Innovazione

Alfamation
Dipendenti: 113
Fatturato: 24mln€
Lissone (MB)
Leader nella realizzazione di sistemi automatici e robotizzati per il collaudo, Alfamation è focalizzata sul settore dell’automotive, spaziando nel collaudo funzionale di prodotti elettronici nei settori multimediali e dell’infotainment, dell’audio high-end e di comunicazione wireless, ai quali si aggiunge, negli ultimi anni, anche il settore medicale avanzato. Dal 1991, anno della sua fondazione come spin-off di Philips Automation, non ha mai smesso di crescere, come racconta Mauro Arigossi, CEO: «Sono nato in un contesto incline all’imprenditorialità, e l’innovazione è parte del mio DNA. Ho portato la mia vocazione all’interno dell’azienda, per dare forma ad una realtà effervescente e dinamica, sempre alla ricerca di uno spazio in più dove entrare. L’innovazione, motore della nostra crescita si riflette anche nell’usabilità dei prodotti elettronici. Spaziamo in diversi settori e ci siamo specializzati su discipline molto diversificate fra loro. La chiave è riuscire ad utilizzarle in maniera integrata, per rispondere in modo proattivo alle richieste di mercati in continua evoluzione. In questi ambiti, il nostro diventa un lavoro sartoriale, che mi piace definire come una sorta di artigianato tecnologico». Ricerca e sviluppo sono la spina dorsale: si investe annualmente tra il 5 e il 10% del fatturato nella ricerca, non solo di nuovi prodotti, ma anche di tecnologie e utilizzi. In oltre 30 anni di attività l’azienda è stata in grado di sviluppare soluzioni chiavi in mano per gruppi industriali presenti nella lista “Fortune 500”, con presenza globale in Europa, Americhe e Asia e un focus del 95% sull’export internazionale.

LCS Group
Dipendenti: 150
Fatturato: 36mln€
Usmate Velate (MB)
«Ci proponiamo come general contractor per la progettazione e la realizzazione di soluzioni di intralogistica, per aeroporti e per l’automazione industriale. Abbiamo diversi competence center, ovvero verticalizzazioni molto forti che consentono di supportare il cliente in scelte custom made. Per questo, siamo quasi una boutique». Camilla Silipigni, 32 anni, è la seconda generazione di una realtà fondata da papà Gianfranco nel 1989 e che oggi si concretizza in un vero e proprio gruppo di cui fanno parte diverse società distribuite tra Usmate Velate (LCS SpA), Fino Mornasco (LCS 4Next), Torino (LCS Automation) e Modena (LCS HTecno); alla famiglia si unisce poi Fluid, una start up innovativa che sviluppa software per la gestione di flotte a guida automatica. Tali realtà collaborano in una visione strategica nella ricerca di soluzioni all’avanguardia che integrano tutti gli elementi dell’automazione industriale e l’intralogistica. I mercati serviti sono distribuzione ed e-commerce, fashion, food & beverage, healthcare e industria manifatturiera. Camilla, una laurea in Bocconi e una corposa esperienza in Esselunga, ha maturato un’esperienza sempre volta al portare l’innovazione in azienda: «Un’innovazione, però – spiega – non fine a sé stessa bensì calata e pertinente al contesto di riferimento. In azienda da fine 2023, sta dedicando molta energia anche a un rebranding che possa mettere in luce e valorizzare tutte le expertise del Gruppo.

Micron
Dipendenti: 500
Fatturato: 25mld$
Vimercate (MB)
Una multinazionale che sceglie l’Italia per impiantarvi le sue unità di R&D, facendone dunque un grande hub di sviluppo della tecnologia del futuro. È Micron, multinazionale statunitense presente dal 1998 in Italia, oggi in particolare nell’HQ di Vimercate, dove oltre 250 dipendenti, tra ingegneri elettronici e figure tecniche di altissimo livello, studiano soluzioni per il mercato dei semiconduttori. Roberto Bez è il Country Manager di Micron Italia e Sr Director Non Volatile Memory Technology: milanese, fisico di formazione e oggi anche manager, a suo agio in entrambi i ruoli, grande appassionato della montagna, racconta: «Micron progetta, produce e vende tutti i tipi di memoria semiconduttori: DRAM, memorie dinamiche che servono al processore per lavorare e NAND, per immagazzinare i dati in maniera permanente. Siamo sempre commessi sul tema dell’innovazione con l’obiettivo di continuare a introdurre nuove tecnologie, tanto che ogni anno registriamo 250 brevetti». L’azienda, però, non sta tutta “solo” nella tecnologia: «Siamo molto attenti alle dinamiche di inclusione, e con Fondazione Micron diamo supporto alle realtà locali, tra cui, per esempio, PizzAut, supportata anche per la partenza del locale di Monza, ma anche il reparto di Oncologia dell’Ospedale di Vimercate. Non solo. Attuiamo anche azioni per favorire le STEM nelle nuove generazioni di studenti, aprendo anche a persone con disabilità».

REBEL DINAMYCS
Dipendenti: 7
Fatturato: 4mln€
Cesana Brianza (LC)
«Realizziamo sistemi che possono essere assimilati a macchine a cinematica parallela, un po’ diversi dai robot collaborativi che abbiamo in mente. I nostri assomigliano più a dei ragnetti, ma sono macchine ad alto contenuto tecnologico, in grado di svolgere specifiche attività». Ci sono robot e robot, dunque, nel grande scenario del futuro che è già (molto) qua, e di quelle che realizza Rebel Dynamics parla Giovanni Todeschini, ingegnere meccanico, classe 1970, che ne è il socio fondatore: «Abbiamo realizzato simulatori di alto livello per l’industria automobilistica di tutto il mondo, prodotti che sono in gallerie del vento e in centri di ricerca che svolgono analisi delle attività sportive e analizzano i dati biometrici. Andiamo dalla progettazione alla realizzazione di parti meccaniche, fino ai software di simulazione, quelli che servono per far funzionare la macchina, all’utente di avere un’esperienza completa e al ricercatore di ricavare dati». Importante è la collaborazione con l’ingegnere e guru dell’elettronica Bruno Murari per individuare soluzioni biomeccaniche nell’elettronica applicata, utili al campo biomedicale. L’esperienza di Rebel Dynamics nasce nel 2019 come spin off dell’Università di Pavia e dell’azienda Todeschini Mario (macchine per il packaging, robotica tradizionale e sistemi di controllo), fondata dal padre e di cui è AD, e che occupa una trentina di persone, di cui una buona parte, soprattutto per l’aspetto progettuale, collabora quotidianamente con la “piccola di casa Todeschini”.

TECNOROBOT
Dipendenti: 65
Fatturato: 15,3mln€
Sulbiate (MB)
Da 4 soci a 65 dipendenti, da 400 a 8.000mq di sede e più di 2.050 impianti installati in tutto il mondo: i numeri parlano chiaro, diventando indicatore della crescita di Tecnorobot, azienda brianzola specializzata in soluzioni robotiche tailor made. Nata nel 1993, da una passione per ingegneria e robotica, inizia dallo sviluppo di piccole entità nell’ambito dell’automazione, quando la robotica era ancora un settore acerbo. «Siamo i sarti della robotica – racconta Ermo Gallenda, founder e CEO – come nella confezione di un vestito, ogni progetto è personalizzato e fatto su misura perché nasce dalla stretta collaborazione con il cliente per soddisfare ogni tipo di esigenza». Sono tra i primi ad avere una chiara visione del futuro, sempre più orientato verso l’automazione e la robotica, e perseguono con determinazione questo obiettivo, conquistando una posizione preminente sul territorio nazionale. L’espansione internazionale è arrivata per accompagnare i propri clienti italiani nell’allestimento di plant all’avanguardia anche all’estero, sia in Europa che in India, Brasile, Cina. Tecnorobot ha sempre perseguito una strategia di diversificazione, offrendo specializzazione e alta competenza tecnica a diversi settori che spaziano dall’automotive, al mondo dell’industria, dall’alimentare all’agricoltura, dall’edilizia al medicale. Con la trasformazione dell’Industria 4.0, le possibilità si sono amplificate perché sono dotati delle più evolute tecniche di remote control e remote diagnostic e, grazie all’integrazione sinergica dei sistemi, Tecnorobot può gestire un servizio di assistenza in tempo reale, ovunque nel mondo. «La sfida maggiore per il futuro – prosegue Gallenda – è quella di lavorare sulla sostenibilità, adottando sistemi in grado di abbassare il consumo energetico e il consumo di materiali per ottimizzare sempre più la produzione».

Tintoria e Stamperia di Lambrugo
Dipendenti: 65
Fatturato: 10mln€
Lambrugo (CO)
Ha vissuto le mille fasi di gioie e dolori del tessile, la realtà artigianale nata nel 1945 per la torcitura della seta al centro del paese di Lambrugo, dove ha conservato radici saldissime. Oggi, guidata da Shanti Rigamonti, terza generazione di una famiglia imprenditoriale di cui è rimasta l’unico esponente operativo, si qualifica a livello nazionale per la forte specializzazione nei tessuti tecnici e artificiali. «Credo molto nel know-how verticalizzato, che ci porta a trattare il prodotto dal tessuto grezzo al finito. Siamo anche specializzati nella tintura carbon black, ovvero i capi che pur essendo tinti vengono riconosciuti nella notte grazie alle luci infrarosse. La nostra produzione comprende piumini, capispalla, inserti per le scarpe, abbigliamento tecnico per il mondo militare, ma anche accessori e tessuti che vanno nel settore dell’automotive». Un cammino anomalo, che porta Shanti a compiere un percorso nell’ambito economico per poi entrare nell’azienda di famiglia, che si occupa anche di decorazioni per interni: «Siamo green da dieci anni, prima che diventasse di moda, abbiamo il fotovoltaico, possediamo tutte le certificazioni – spiega Shanti Rigamonti – Eppure, viviamo un momento complicato, il tessile è un settore energivoro, gasivoro ma, nonostante ciò e i costi quasi insostenibili che affrontiamo, continuo a credere nella grande potenzialità dell’uomo, al di là delle macchine. Le sinergie nel settore saranno l’unica strategia per la svolta».