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Border Trans Service
Dipendenti: 20
Fatturato: 3mln€
Monza
«La storia della nostra famiglia è legata al trasporto, alla dogana e a tutto ciò che è inerente alla gestione della logistica di movimentazione: lo dimostra il fatto che già il mio bisnonno si occupava di piccoli trasporti con cavallo e carretto. Papà Aldo ha proseguito e fatto crescere l’esperienza in una società che oggi è presente in Austria e in Italia con diversi uffici, tra cui la sede di Monza». A raccontare Border Trans Services è Mauro Da Ros, legale rappresentante e terza generazione di una realtà che si occupa di consulenza doganale e spedizioni con ogni mezzo, «un lavoro – aggiunge – che data la complessità, oggi è simile a quello di un commercialista o di un legale e ha acquisito un taglio molto consulenziale». Border Trans Services, praticamente 100% di fatturato estero, è specializzata nelle spedizioni nei Paesi dell’Est con professionalità dedicate alla movimentazione dei grandi macchinari e trasporti in convoglio ma ha acquisito anche una specializzazione nella manipolazione e movimentazione del mobile, di cui gestisce anche la parte documentale. Sull’esempio della figura paterna, che lo ha instradato anche a un mondo di viaggi e relazioni con grandi player, Mauro, 46 anni, laurea in Bocconi, un anno a Dubai, dieci in DHL Global Forwarding e un master in Logistica, ricopre la vicepresidenza di Fiata, federazione internazionale di associazioni di spedizionieri ed è consigliere Fedespedi.

Elemaster
Dipendenti: 1.800
Fatturato: 420mln€
Lomagna (LC)
È un’avventura tutta votata alla crescita quella avviata nel 1978 per la progettazione e l’assemblaggio di schede elettroniche, tuttora portata avanti dalla famiglia Cogliati: Gabriele Cogliati e Rosella Crippa prima, oggi dai figli Valentina, presidente e AD, e Giovanni. Racconta Valentina Cogliati: «Negli anni sono state aperte le altre aziende italiane del gruppo (Eleprint, Eletech, Eurosystems) e dal 2009 è stato avviato un ampio programma di espansione all’estero, su richiesta dei clienti. «Siamo il primo electronic manufacturing services in Europa per fatturato generato nel settore ferroviario. Siamo molto presenti nell’ambito dell’AI e dei semiconduttori, nel medicale e in un ampio basket industriale: dalla robotica all’automazione industriale fino al building automation. Crescono anche l’energia e l’avionica. Essere su più mercati, del resto, aiuta a compensare i cali dovuti alle tensioni geopolitiche». Passaggio generazionale realizzato nel 2020, nel febbraio del 2024 Elemaster ha aperto in minoranza il capitale al fondo QuattroR, che ha investito a supporto di un piano industriale che prevede il raddoppio nei prossimi quattro anni, anche attraverso acquisizioni. «Il core è la produzione di schede e prodotti elettronici completi, ma rivestono un ruolo sempre maggiore la progettazione e le certificazioni di laboratorio, su cui stiamo investendo molto. Abbiamo trasferito Eletech a Osnago e qui allocheremo un innovation hub per progetti di innovazione profonda».

HOFMANN
Dipendenti: 95
Fatturato: 12mln€
Monza
«L’azienda fu fondata alla fine della Seconda guerra mondiale, nel 1946, da mio nonno Adolfo Hofmann, tecnico aeronautico», esordisce Bianca Hofmann, COO di Hofmann, nel raccontare l’incredibile storia dell’azienda di famiglia. «Nel suo garage produceva oggetti da pesca, per poi passare alla produzione di elementi meccanici di precisione per le macchine automatiche». Sfruttando l’incredibile competenza tecnica accumulata nel tempo, tra gli Anni 70 e 80 l’attività si orienta verso le protesi per il settore medicale, specializzandosi poi nel settore ortopedico, nei prodotti per osteosintesi e negli strumenti chirurgici. Oggi vende in 50 paesi in tutto il mondo. «Le protesi sono come i vestiti, hanno le taglie e non sono mai standard – spiega la Hofmann – Dobbiamo garantire ai nostri clienti l’adempimento delle stringenti normative di settore oltre che alti standard qualitativi, che si rispecchiano in una qualità meccanica delle protesi, nel rispetto di tolleranze geometriche, e una qualità documentale, con l’autorizzazione del Ministero della Sanità». L’attenzione alla persona è elemento cardine della strategia aziendale; inoltre è stata introdotta la tecnologia produttiva rivoluzionaria dell’Additive Manufacturing, che consente la produzione su misura e la personalizzazione di qualsiasi tipo di protesi, ortopedica, dentale e spinale, grazie ad un processo di stampa in lega di titanio.

KRINO
Dipendenti: 120
Fatturato: 29mln€
Monticello Brianza (MB)
Merci che entrano in Italia da tutto il mondo e, da qui, riprendono la strada dei continenti. A fondare Krino, nel 1982, realtà dedita alla commercializzazione di utensili da taglio, cui si somma una piccola produzione interna, sono Pietro Novati e Roberto Crippa. «Erano mossi da una loro idea d’impresa – spiega Pierfrancesco Novati, figlio di Pietro, amministratore – e con coraggio hanno deciso di provare una nuova strada». L’approvvigionamento della merce è al 95% da paesi del Far East, come Cina e Taiwan, di cui il 75% viene venduto in Italia e il resto in 64 paesi nel mondo; i clienti sono ferramenta che vendono al dettaglio, grossisti e operatori della GDO, specialisti di settore, elettrico e idraulico. «Negli ultimi due anni abbiamo aperto anche i mercati dell’America del Sud e fatto investimenti come l’acquisto di un terreno a Monticello di 10.000mq per costruzione di un nuovo polo logistico di fianco alla sede attuale». Novati, in azienda dal 2004 con diverse funzioni in curriculum, spiega come la seconda generazione, rappresentata anche dal fratello e dal figlio del secondo socio, guardi i grandi player cercando di avvicinarsi a loro per aumentare la quota di mercato in Italia e diventare un punto di riferimento: «Per questo usciremo con novità importanti a catalogo e ci vogliamo anche occupare sempre più della nostra immagine. Abbiamo bisogno che il nostro brand venga riconosciuto e che venga raccontata la nostra storia».

GRUPPO MIRETTI
Dipendenti: 200
Fatturato: 45mln€
Limbiate (MB)
Negli Anni 70 sono i genitori ad avere l’intuizione di avviare in modo pionieristico un’attività che gestisca problematiche ambientali per la depurazione dei fumi e di sicurezza antideflagrante per i carrelli (tema ancora poco noto in Italia); oggi sono i figli Simona e Angelo, entrambi managing director, a condurre una realtà leader nella proposta di soluzioni innovative per protezioni antideflagranti di mezzi semoventi ed equipaggiamenti industriali che operano in ambienti dove esiste il rischio di esplosione. Simona Miretti, che in azienda ha maturato un’esperienza in tutti gli ambiti strategici e ha contribuito direttamente alla formazione delle filiali estere, racconta: «Dell’esperienza dei fondatori conserviamo l’invito alla lungimiranza, alla crescita; ciò che abbiamo portato noi è la grande attenzione verso un’ulteriore espansione: abbiamo compreso che la richiesta di soluzioni explosion proof per la salvaguardia delle persone e dell’ambiente è enorme e abbiamo aperto sedi produttive in Cina, Singapore e Stati Uniti, oltre che in Italia. Abbiamo poi sedi commerciali e di servizio con personale locale in Inghilterra, Benelux, Germania, Francia, Spagna, Ungheria, Medio Oriente, Africa tra gli altri». Il futuro è orientato a un’ulteriore internazionalizzazione, ma la buona notizia è che anche l’Italia, per Gruppo Miretti, continua a crescere, «perché c’è stato un incremento importante, ad esempio per le opere dell’Alta Velocità». Le certificazioni sono un must per la società di Limbiate così come la formazione, che è al centro di un progetto di Accademy tra le filiali «al fine di condividere, know-how, best practice e culture».

Worldnet Vigilanza Italia
Dipendenti: 550
Fatturato: 7,8mln€
Lissone (MB)
Nato in Senegal, già a 7 mesi è in Russia per il lavoro di papà, diplomatico; vive in diverse parti del mondo, tra cui l’Africa Centrale, acquisisce una formazione in fisica atomistica, in Italia dal 2000, nel 2003 diventa imprenditore. Storia (vera, verissima!) di Hubert Ndiaye, 55 anni, oggi a capo di diverse società nel mondo tra cui Worldnet Vigilanza Italia che offre servizi di vigilanza privata in cui il core sono le persone e uno spiccato contenuto tecnologico. «Offriamo come servizio la lotta contro la criminalità e operiamo in un mercato in crescita: vigilanza per costruzioni, negozi retail, GDO, shops del lusso. Lavoriamo anche per la sicurezza dei privati, un settore molto differente che richiede logiche specifiche. Abbiamo due sedi a Lissone dove c’è l’ufficio centrale di coordinamento, che gestisce 450 persone in Italia e un altro centinaio nel resto del mondo». Proprio sulle persone e sulla loro importanza insiste Ndiaye, che è presidente del CdA: «Pratichiamo una politica di assunzione di 40% italiani e 60% stranieri al fine di preservare nel nostro contesto la diversità culturale e poter essere affini e adattabili a clienti diversi. Noi, del resto, nasciamo come figli di diplomatici e manteniamo la voglia di collaborare con tutti». E sugli obiettivi per il futuro, aggiunge: «Desidero mettere insieme il capitale per promuovere nel futuro l’imprenditoria femminile nelle zone disagiate».