Imprese Storiche
Barone Ricasoli
Dipendenti: 170
Fatturato: 23mnl€
Gaiolo in Chianti, Brolio (SI)
Un atto notarile datato 1141 decreta la nascita di una delle più antiche attività italiane, non solo nell’ambito vinicolo, e testimonia l’imprenditorialità della famiglia Ricasoli nelle terre di Brolio, in provincia di Siena. «Una storia molto lunga la nostra – commenta Francesco Ricasoli, 68 anni, erede di quella dinastia – che ha subito diversi up and down. Io ho preso in mano l’attività nel 1993 e da allora la porto avanti credendo nel principio che tradizioni antiche e buone devono essere sempre rivisitate e ricondotte ai tempi contemporanei». Qualità e continua ricerca, anche con centri specializzati e università, caratterizzano il modo di fare impresa di un imprenditore che punta a rendere la sua creatura quella di riferimento nella sua denominazione, il Chianti Classico, ambito nel quale ha già ricevuto plurimi riconoscimenti. La coltivazione viene realizzata su 240 ettari, «aspetto che ci qualifica come i più grandi dei piccoli»; ingenti sono poi gli investimenti sull’aspetto turistico, ad esempio attraverso una riqualificazione del castello che fa parte della proprietà con una sala di degustazione che gode di una vista spettacolare: «I turisti che soggiornano da noi sono poi i primi brand ambassador», spiega il presidente Ricasoli, che tuttavia continua a viaggiare costantemente per dare visibilità al suo prodotto: oltre il 70% del fatturato viene realizzato in oltre 60 paesi, anche se il mercato italiano è in crescita.
Caffè Gilli
Dipendenti: 82
Fatturato: 9mln€
Firenze
Generazioni di fiorentini si sono ritrovate sotto gli affreschi del Caffè Gilli per il piacere di un caffè o di un dolce di pasticceria e di questa storia centenaria, nata nel 1733, si è fatto carico Marco Valenza, imprenditore di seconda generazione nell’ambito della ristorazione, quando nel 1989 rileva il marchio storico. «Ho perso mio padre da giovane e ho deciso di intraprendere questa strada con coraggio. La prima scuola è stata il lavoro, nel frattempo mi sono formato con diversi corsi. L’esperienza, del resto, è la somma di danni che si fanno». Valenza si definisce maniaco della precisione e dei numeri, ma non può che essere così per un imprenditore che oggi gestisce quello che in codice si chiama “Valenza Group”, una realtà composta da 4 esercizi in centro a Firenze, di cui 3 marchi storici: Gilli, appunto, e poi Paszkowski e Caffè Giacosa riaperto poco più di un anno fa, casa natale del cocktail Negroni. Un totale di 175 dipendenti per un giro d’affari di circa 19mln€ e che comprende anche un laboratorio di rifiniture in Gilli e un grande spazio per la preparazione in via Alfani. Valenza, 51 anni, amante della musica e della Fiorentina, continua: «Il nostro obiettivo è tutelare la storia nel rispetto della tradizione, ma portando innovazione. Poniamo grande attenzione soprattutto all’ospitalità e per questo il focus è sulla formazione del personale: la nostra consapevolezza è quella di portare un prodotto legato a un’emozione».
Cantieri di Pisa
Dipendenti: 25
Fatturato: 8mln€
Pisa
I Cantieri di Pisa nascono nel periodo del dopoguerra, per la precisione nel 1945 a Limite sull’Arno, quando l’azienda inizia a costruire imbarcazioni militari e civili. Nel 1956 il Cantiere si sposta sulla Darsena Pisana sul Canale dei Navicelli dove è collocato tutt’ora. Il brand acquisisce maggiore notorietà a partire dal 1960 quando i Cantieri di Pisa si specializzano ideando una serie di motoryacht intitolati alle stelle della costellazione dell’Eridano, forgiando e consolidando la propria fama nell’iconica serie Akhir, la stella più luminosa della costellazione divenuta anche simbolo del Cantiere; il brand Cantieri di Pisa viene riconosciuto in tutto il mondo come sinonimo di stile e qualità. Nel 2021 Cantieri di Pisa torna con un nuovo proprietario, Enrico Gennasio, armatore di lungo corso e grande appassionato di barche e di nautica: sua intenzione è quella di mantenere l’eleganza e la qualità dei prodotti del cantiere attraverso le nuove tecnologie, preservandone sempre la bellezza. I Cantieri di Pisa sono l’esempio di come un’azienda possa evolvere e crescere, attraverso l’innovazione. Dichiara l’AD Marco Massabò: «Quando ho accettato l’incarico da amministratore, quindi il compito di ristrutturare la società, abbiamo subito tolto dalla cassa integrazione 25 dipendenti, garantendogli nell’immediato uno stipendio, in modo da dare subito un segnale buono all’indotto. Ci siamo poi concentrati sulla struttura e sull’attività di refitting, con progetti di piccola e grande trasformazione di barche. Sono stati tre anni importanti per la società, utili per consolidare il tutto. L’utilizzo di tecniche nuove e poco comuni, mai sperimentate prima, ha portato al successo di oggi: abbiamo presentato tre gamme di imbarcazioni che vanno dai 38 ai 90 metri con scafo in acciaio e sovrastruttura in alluminio e carbonio».
Marchesi Mazzei
Dipendenti: circa 100
Fatturato: 22mln€
Castellina in Chianti (SI)
«Le origini di Marchesi Mazzei sono antichissime, addirittura ci sono documenti relativi alla proprietà che risalgono al 1100 – spiega Francesco Mazzei, CEO -, ma noi facciamo partire la storia del marchio al 1435, anno in cui una Mazzei si sposa con un signore di Fonterutoli e la coppia, non avendo avuto figli, lascia in eredità le tenute alla famiglia Mazzei. La mia è la 24esima generazione proprietaria di questa azienda – continua Mazzei -, prima mio padre nel Dopoguerra, poi io e mio fratello Filippo, abbiamo lavorato per migliorare la produzione e la qualità dei vini. Da qualche anno sono entrati due membri della generazione successiva, dando continuità a un passaggio generazionale estremamente fluido». Oggi il core business del brand è il vino, a cui si aggiunge anche la produzione di olio extravergine e un’attività di ospitality nella tenuta di Fonterutoli nel Chianti Classico. A questa si aggiungono altre due tenute di proprietà della famiglia, quella di Belguardo in Maremma e quella di Zisola, a Noto, in Sicilia. L’attività di esportazione si è sviluppata in settanta Paesi, in particolare in Africa e nel Nord e Sud America, con un giro di affari all’estero pari almeno al 70%. Prima al Castello di Fonterutoli poi a Belguardo e Zisola, la famiglia Mazzei ha intrapreso un programma di gestione sostenibile dell’attività agricola per garantire la salvaguardia della biodiversità.
Rubinetterie Treemme
Dipendenti: 128
Fatturato: 40mln€
Asciano (SI)
«La storia di Rubinetterie Treemme ha inizio nel 1968 ad Asciano, in provincia di Siena. I tre soci fondatori sono Renato Michelangioli, mio padre, Armando Medina e Guido Mencarelli, i cui cognomi avevano la stessa iniziale, la M», racconta Riccardo Michelangioli, amministratore. L’avvio non è privo di difficoltà, ma l’azienda investe fin da subito nella produzione interna per essere autosufficienti e indipendenti dai fornitori di allora in Piemonte. All’interno della nuova realtà aziendale viene completato l’intero ciclo produttivo che porta alla creazione del rubinetto (fonderia, galvanica, pulimentatura, verniciatura e assemblaggio) e, nel giro di pochi anni, il fatturato cresce grazie all’incremento dei clienti che apprezzano sempre di più il prodotto finale. «Oggi stiamo implementando il reparto di nuova tecnologia in cui crediamo molto e, più nello specifico nell’utilizzo delle finiture PVD (Power Vapor Deposition) che hanno un minore impatto ambientale rispetto alle tecnologie tradizionali e non richiede l’impiego di sostanze chimiche nocive al semilavorato in acciaio – spiega Michelangioli – Per l’implementazione di questo processo produttivo abbiamo allacciato rapporti con il dipartimento di ingegneria Enzo Ferrari di Modena che ci segue con un dottorato». L’attenzione per l’ambiente si traduce anche nell’impegno dell’azienda di mettere sul mercato prodotti provvisti di Water label, con confezioni che riportano il consumo di acqua per ogni articolo.
Marchesi Gondi / Tenuta Bossi
Dipendenti: 8
Fatturato: 500.000€
Firenze
Posta sulle colline a nord est di Firenze, Tenuta Bossi è un’azienda vitivinicola nel cuore del Chianti Rufina, nota fin dai tempi degli Etruschi. Attuali proprietari della tenuta sono i membri della famiglia Gondi, 25esima generazione di produttori di vino, i cui antenati acquisirono i primi terreni da coltivare intorno all’anno mille. Oggi sono il marchese Bernardo Gondi e la sorella Donatella, coadiuvati dai figli di Bernardo, Gerardo e Lapo, a mandare avanti la produzione di vino. Il motto dell’azienda è “Non sine labore”, d’altronde gli antenati della famiglia Gondi si distinsero per essere dei grandi lavoratori, dall’attività di commercianti di tessuti di lana, di banchieri e di battiloro, fino all’ampia produzione di vino sugli attuali 20 ettari di terreno coltivati a vigneto. I vitigni principe della tenuta sono quelli del Sangiovese, del Colorino, del Cabernet Sauvignon e del Merlot. «La produzione media annua della Tenuta Bossi è pari a 60mila bottiglie – ha spiegato Gerardo Gondi – con un’esportazione di prodotto che oggi raggiunge diversi Paesi dell’Europa, l’America, il Canada e, da poco tempo, anche il mondo asiatico». Oltre alla Tenuta Bossi, la famiglia Gondi gestisce anche il Palazzo Gondi di Firenze, la fattoria di Volmiano e le numerose attività di enoturismo avviate in tempi più recenti.