Passaggio Generazionale
Albini & Pitigliani
Dipendenti: 3.000 (Italia 500)
Fatturato: 1mld€
Prato
Il 2 agosto 1945 Albo Albini e Alessandro Pitigliani, amici e colleghi in un’azienda di trasporti con sede a Prato, noleggiano un camion e cominciano un percorso che avrebbe portato alla nascita di un’azienda internazionale nel settore delle spedizioni e del trasporto merci. Nel periodo del Dopoguerra la neonata società inizia a servire per il trasporto dell’industria tessile diversi paesi in Europa, ma è negli Anni 70 che Albini & Pitigliani sviluppa un network di agenzie per le operazioni via aerea e via mare verso il Nord America, dopo essersi consolidata negli anni nel trasporto via terra. Il passaggio generazionale all’interno dell’azienda è stato gestito con la naturalezza di un’azienda di famiglia, come spiega Lorenzo Pitigliani, Managing Director: «La società è detenuta dai soci famigliari, ma non esiste una netta separazione tra ownership e management perché tutti i soci sono attivi operatori della società e ognuno ha uno scopo preciso in azienda». Oggi l’Albini & Pitigliani possiede 46 società con 150 filiali e circa 3.000 dipendenti in tutto il mondo. La mission e i valori aziendali si evidenziano nel concept Alpi WITH C.A.R.E. (acronimo per Commitment, Accountability, Relationship ed Expertise): come azienda siamo responsabili fino alla fine del buon esito della spedizione, puntiamo a risolvere i problemi dei nostri clienti, con cui puntiamo a creare una relazione e ci prendiamo anche cura dei nostri dipendenti».
Giusto Manetti Battiloro
Dipendenti: 120
Fatturato: 30mln€
Campi Bisenzio (Fi)
Il nome della famiglia Manetti è sempre stato legato al mestiere di battiloro che, con l’istituzione delle corporazioni dei mestieri e delle arti, ha sempre goduto di molta notorietà. Nel 1602 succede che Matteo Manetti riceve dal Granduca Ferdinando II De’ Medici l’incarico di restaurare la palla d’oro caduta accidentalmente sul sagrato del Duomo di Firenze, da lì l’attività non si è mai fermata. «L’attività di battiloro veniva tramandata a un solo membro in famiglia – spiega Angelica Manetti – e quando il mio quadrisnonno decise nel 1820 di continuare l’attività familiare mettendosi in proprio, rilevò una bottega che chiamò Giusto Manetti Battiloro». Per 15 generazioni l’azienda lavora l’oro in molteplici maniere e per diversi scopi: polverizzato per creare le pitture degli artisti, per realizzare prestigiosi tessuti broccati avvolgendo i fili di seta con le lamine d’oro; o ancora, nell’arte dei medici, per indorare le pillole, proteggendo i medicamenti e nascondendo il gusto cattivo. Forte è il senso di responsabilità: «Penso a mio nonno che ricostruì tutto, dopo i bombardamenti della guerra mondiale e dopo l’alluvione a Firenze», commenta Angelica Manetti. Oggi l’azienda esporta in 70 Paesi e il 70% del fatturato proviene dall’estero. La ristrutturazione del Big Ben di Londra, Fondazione Prada a Milano e la cupola del Campidoglio de L’Avana a Cuba sono alcune delle ristrutturazioni in oro realizzate negli ultimi anni.
Kentstrapper
Dipendenti: 9
Fatturato: 596.000€
Firenze
Kentstrapper nasce nel 2011 come startup portata avanti da ben tre generazioni. All’epoca, infatti, a credere nel progetto a fianco dei due fratelli Lorenzo e Luciano Cantini, ci sono anche il padre Ugo, il nonno, uno zio e due cugini. Una startup a carattere familiare che prende il nome da un gioco di parole: «Kent era il mio soprannome al liceo classico, dal filosofo Kant – spiega Lorenzo Cantini -, e “strapper” dal nome delle “rap strap”, i primi modelli di stampanti tridimensionali realizzati in Inghilterra». «Siamo stati i primi a realizzare la stampante 3D in Italia, si chiamava Archimede – spiega Lorenzo Cantini -. La nostra mission è quella di offrire delle stampanti ad aziende e professionisti, garantendo un buon servizio di assistenza». Proprio in questo voler assistere i clienti, instaurando un rapporto di fiducia e volendolo mantenere nel tempo, si denota come la Kentstrapper segua le orme di papà Ugo, fondatore del Gruppo Cantini, azienda fornitrice di servizi di termoidraulica, da sempre attento alla soddisfazione dei propri clienti. «In questi anni abbiamo collaborato a diversi progetti, come quello commissionato da ENEA per lo sviluppo di un progetto legato alla biostampa per la ricerca sulle cellule tumorali – continua Lorenzo -. In futuro vogliamo rendere i nostri modelli sempre più performanti e semplici da usare anche con un occhio allo sviluppo dei materiali che permetteranno di realizzare prodotti più specifici». In sviluppo, Kentstrapper ha anche diversi progetti, interessanti dal punto di vista della sostenibilità, per l’utilizzo per riutilizzo di materiale recuperato, come quello avviato, in collaborazione con alcune aziende che forniscono plastica derivata dal recupero delle reti da pesca nei mari e negli oceani.
Liquori Morelli Antica Grapperia
Dipendenti: 14
Fatturato: 3mln€
Palaia (PI)
La storia del Liquorificio Morelli ha inizio nel 1911 nel territorio della Valdera; una storia che presto sarà raccontata in un libro e che vede un passaggio di attività di ben quattro generazioni. «Quando il mio bisnonno lasciò gli studi di Giurisprudenza per lavorare e far fronte agli impegni della famiglia, aprì un bar e cominciò ad appassionarsi alla produzione di liquori – racconta Marco Morelli – Liquori che vengono apprezzati e portano al successo dell’attività». All’epoca la disponibilità di appezzamenti di terreno nell’area circostante consente il passaggio da bottega ad azienda strutturata e, fatta eccezione per un momento critico dovuto ai due conflitti mondiali, il Liquorificio Morelli ha resistito anche a un passaggio generazionale a momenti turbolento, dovuto al rimodernamento della produzione e al rinnovo della clientela. Negli ultimi anni il Liquorificio Morelli ha fatto un significativo passo avanti sul tema della sostenibilità ambientale: grazie all’implementazione di pannelli solari, l’azienda è quasi a impatto zero, raggiungendo un’autonomia pressocché totale dal punto di vista energetico. Non solo. In collaborazione con un’agricosmetica, il Liquorificio ha avviato anche una produzione di prodotti cosmetici che consente di recuperare la polpa dei limoni scartata nella produzione del limoncino, mentre le bucce secche vengono trasformate in farina per la produzione dei tradizionali Cantuccini toscani.
Mannina Calzature
Dipendenti: 6
Firenze
La storia del marchio Mannina Calzature risale al Dopoguerra, quando Calogero Mannina lascia la sua terra natale, la Sicilia, per trasferirsi a Firenze e comincia a fare la gavetta in una bottega da calzolaio. Quella vecchia bottega è diventata un’azienda rinomata nel settore grazie ad una passione per la produzione di calzature tramandata da una generazione all’altra. Il figlio di Calogero, Antonio, ha preso in mano l’attività e oggi segue l’attività del laboratorio sito in Via De’ Barbadori, tra Ponte Vecchio e l’imponente Palazzo Pitti, e del negozio che si trova al civico 16 di Via De’ Guicciardini. Nel laboratorio sono ancora custoditi centinaia di calchi in legno dei piedi dei clienti di tutto il mondo. L’azienda ha sempre conservato il suo stile tradizionale, stando al passo con i cambiamenti dettati dalla moda, mantenendo lo stile originario coniugato ad un alto livello qualitativo. «Mannina Calzature esporta scarpe fatte a mano in tutto il mondo, soprattutto in America e in Giappone, dove il nostro brand è molto rinomato – ha spiegato Antonio Mannina – Sono tutte scarpe realizzate su misura e fatte a mano con pellame proveniente da concerie nostrane e, in alcuni casi, da altre parti del mondo. È questo il caso della pelle di coccodrillo importata dall’America, o della pelle di vitello che facciamo arrivare a Firenze dalla Francia».
Oleificio Toscano Morettini
Dipendenti: 25
Fatturato: 12,5mln€
Arezzo
Una terza generazione che ha ereditato la passione di famiglia ma che punta a innovare il processo produttivo, il marketing, l’area commerciale perseguendo anche obiettivi legati all’educazione e alla cultura del turismo. Il prodotto è l’olio extravergine italiano di media-alta qualità, 100% italiano e biologico; l’azienda è l’Oleificio Toscano Morettini, fondato nel 1950 da Armando e portato avanti dal figlio Lauro e ora anche dai suoi figli, Giovanni, Silvia e Alberto. Proprio Alberto Morettini, 32 anni, di formazione ingegnere, racconta: «In azienda ognuno ha trovato i suoi compiti e operiamo in totale sinergia, fedeli alle tradizioni di famiglia. Il nostro olio viene venduto al 55% all’estero, dal Nord Europa all’Asia alle Americhe. Facciamo un lavoro che dipende molto dalla natura e dall’andamento delle coltivazioni, dunque ogni anno è diverso. Negli ultimi anni, poi, ci siamo dedicati molto allo sviluppo di progetti più ampi legati alla promozione dell’educazione e cultura del turismo, primi e unici in Italia a operare in questo senso». Nel frantoio di San Savino è stato creato infatti un museo innovativo, didattico, interattivo, in cui sono esposti cimeli del passato ma tutto è focalizzato a fare cultura sul prodotto: «In 1000mq raccontiamo la storia dell’olio e apriamo le porte anche a tanti visitatori esteri, che ci raggiungono anche nella sede di San Gimignano dove è a disposizione un tour multimediale».